10 Feb 2015
Ci sono due Francesco Balsamo, uno poeta, l’altro pittore, condividono nome e corpo, ma sono due, ben distinti. (...) Il poeta toglie peso alle cose, ama soprattutto la neve, credo sia un suo allievo, e vive in Sicilia.
Il pittore ridà peso alle cose, le annerisce, asseconda le macchie, vive nel suo studio, che potrebbe essere a Varsavia ma anche a Cracovia, forse Budapest, ma oltre il fiume, in campagna, un paese dove fanno il nido le cicogne. (...)
Dal mancato finale sono visioni sospese che sembrano condividere con la poesia il torpore delle definizioni, il sonno delle conclusioni, la morte delle affermazioni, ma il procedimento è inverso.
Anche qui, come nella poesia, qualcosa continuamente nega la verosimiglianza, le nostre certezze ottuse riguardo al tempo e allo spazio, anche qui si seminano piccoli enigmi come lucine nel buio, come apparizioni. Ma nella poesia, tutto è luce e governo d’infanzia. Qui, invece, non c’è più un capitano della paura, non c’è più neve che copre bianca ed equanime. Qui ci sono tratti fitti fitti e quel che sgombera senso comune, che lo sbaraglia, è nascosto, velato. (...)
Il progetto si completa con una pubblicazione in edizione limitata curata da Fabrizio Cosenza.
Testi di Chandra L. Candiani e Giampaolo De Pietro
francescobalsamo.it